ChatGPT non è più solo un compagno di conversazione o un assistente per la scrittura. OpenAI sta spingendo il suo chatbot AI verso nuovi orizzonti, e l’ultimo aggiornamento lo trasforma in uno strumento potenzialmente molto più utile per lo shopping online.

Già oggi molti utenti lo sfruttano per ricerche preliminari sui prodotti, ma l’esperienza, almeno per il momento, non era ottimale. Mancavano informazioni cruciali come prezzi aggiornati e, soprattutto, un impatto visivo immediato che potesse guidare la scelta. Ora le cose stanno per cambiare, con l’introduzione di funzionalità pensate specificamente per chi cerca il prossimo gadget o elettrodomestico.

Fare shopping sarà molto più semplice grazie a ChatGPT, ma occhio ai risultati (e alle fregature)

La novità principale introdotta da OpenAI, come riportato dai colleghi di The Verge, risiede nell’integrazione di “schede prodotto” visuali all’interno delle risposte del chatbot. Immaginate di chiedere a ChatGPT, ad esempio, “le migliori macchine da caffè espresso sotto i 200 euro, adatte per fare cappuccini e che occupino poco spazio sul bancone“.

Come risposta non riceverete solo un blocco di testo, ma anche delle pratiche card che mostrano immagini del prodotto, il prezzo aggiornato e persino le valutazioni medie (le classiche stelline a cui siamo abituati). Sotto queste schede, ChatGPT continuerà a fornire dettagli testuali sulle sue scelte, spiegando perché quei prodotti sono stati selezionati.

Ma non finisce qui. Cliccando su una di queste schede prodotto, si apre una barra laterale che ricorda molto da vicino l’esperienza offerta da Google Shopping. Qui l’utente può trovare maggiori dettagli, come un elenco di negozi online dove è possibile acquistare l’articolo e, aspetto molto interessante, un riassunto delle recensioni degli utenti raccolte da diverse piattaforme come Amazon, Best Buy e persino Reddit.

Questa ulteriore possibilità permette di farsi un’idea più completa del prodotto senza dover saltare da un sito all’altro. Inoltre, le schede possono includere un pulsante “Chiedi riguardo a questo”, che consente di porre domande specifiche a ChatGPT proprio su quel determinato articolo, affinando ulteriormente la ricerca.

La somiglianza con l’interfaccia di Google Shopping non è casuale. Adam Fry, responsabile del prodotto per la ricerca su ChatGPT presso OpenAI, ha spiegato che, pur volendo mantenere l’identità visiva distintiva di ChatGPT, l’azienda è consapevole che gli utenti apprezzano e sono abituati a ricevere informazioni strutturate in questo modo, con prezzi e immagini ben visibili.

È importante sottolineare, come confermato da Fry, che queste raccomandazioni sono “organiche”: non si tratta di annunci pubblicitari né di risultati sponsorizzati. L’obiettivo è fornire suggerimenti utili basati sulla richiesta dell’utente. Per garantire che i prezzi mostrati siano il più possibile aggiornati, OpenAI collabora con partner esterni, anche se la portavoce Taya Christianson ha preferito non rivelare quali siano queste aziende partner.

Per illustrare il funzionamento, Adam Fry ha mostrato una demo proprio con la richiesta sulla macchina da caffè menzionata prima (di seguito trovate uno screenshot che illustra quanto scritto nei paragrafi precedenti). ChatGPT ha risposto proponendo tre modelli specifici, corredati dalle nuove schede prodotto e da un testo esplicativo che ne motivava la selezione in base ai criteri forniti (prezzo, funzionalità per cappuccini, dimensioni ridotte).

ChatGPT interfaccia di ricerca per lo shopping

Tutto perfetto, quindi? Non proprio. Come spesso accade con le intelligenze artificiali generative, è sempre bene mantenere un occhio critico. Durante la demo, è stato chiesto a ChatGPT come si comporterebbe con un prodotto molto atteso ma non ancora uscito, come la Nintendo Switch 2, attualmente oggetto di grande interesse per i preordini. E qui sono emerse le prime criticità.

Sebbene ChatGPT abbia correttamente riconosciuto che le scorte presso i rivenditori si esauriscono rapidamente (“rapid sellouts”), ha indicato lo store ufficiale My Nintendo tra quelli coinvolti, nonostante Nintendo non abbia ancora aperto le vendite dirette. Peggio ancora, ha suggerito alcuni “venditori terzi e rivenditori specializzati” che apparentemente offrivano preordini, tra cui un’inserzione su eBay a ben 710 dollari e una piattaforma sconosciuta chiamata “Store Collectibles”, difficile persino da trovare con una ricerca su Google.

È possibile che questi risultati imprecisi fossero dovuti alla versione ancora in sviluppo mostrata durante la demo, ma l’episodio serve da monito: verificare sempre attentamente le informazioni fornite da ChatGPT, specialmente quando si tratta di fare acquisti, per evitare potenziali fregature o informazioni errate.

Questi aggiornamenti dedicati allo shopping sono in fase di rilascio a partire da oggi, 28 aprile 2025, e saranno disponibili gradualmente per tutti gli utenti: sia quelli con abbonamenti Plus e Pro, sia gli utenti della versione gratuita, e persino per chi utilizza ChatGPT senza effettuare l’accesso.

Questo aggiornamento migliorativo si inserisce nel percorso iniziato da OpenAI lo scorso ottobre, quando ha integrato per la prima volta un vero e proprio motore di ricerca all’interno di ChatGPT. I numeri sembrano dare ragione a OpenAI: secondo Fry, solo nell’ultima settimana sono state effettuate 1 miliardo di ricerche web tramite ChatGPT.

Infine, una piccola ma interessante novità collaterale: OpenAI estende l’accesso alla ricerca sul web con ChatGPT anche tramite WhatsApp. Sarà possibile inviare messaggi o effettuare chiamate (presumibilmente vocali tramite l’app) al numero 1-800-CHATGPT (+1-800-242-8478) per ottenere risposte dall’AI, in modo simile a quanto già possibile facendo una telefonata tradizionale allo stesso numero.

L’iniziativa di OpenAI rende ChatGPT uno strumento potenzialmente più completo e visivamente più appagante per chi cerca prodotti online, avvicinandolo a esperienze consolidate come Google Shopping ma con il valore aggiunto della conversazione AI. Tuttavia, l’esempio della Switch 2 dimostra che l’affidabilità non è ancora assoluta e che l’intervento umano nella verifica delle informazioni rimane cruciale. Un passo avanti interessante, ma da usare con la dovuta cautela.