La giornata odierna, 10 giugno, è stata segnata da un evento che ha sicuramente colto di sorpresa diversi utenti che utilizzano gli strumenti di intelligenza artificiale generativa di OpenAI, vari servizi dell’azienda risultano down in tutto il mondo, con ChatGPT a fare da apripista; un disservizio che mette in evidenza, ancora una volta, la nostra crescente dipendenza da questi strumenti.

Oggi è impossibile utilizzare ChatGPT e altri servizi di OpenAI

Le prime avvisaglie di problemi sono emerse già a inizio mattinata, intorno alle 8:30 ora italiana, facendo registrare un rapido incremento nelle segnalazioni nel corso delle ore successive; su piattaforme come Downdetector infatti la curva delle segnalazioni ha registrato un’impennata vertiginosa, superando abbondantemente quota 1.000 solo nel Bel Paese intorno alle 11:00.

La situazione è rimasta sostanzialmente invariata per diverse ore, portando diversi utenti a lamentare i disservizi sul web condividendo le proprie esperienze: alcuni hanno raccontato di un chatbot particolarmente lento e non sempre pronto a rispondere, altri addirittura lamentavano la totale impossibilità di accedere al servizio. In alcuni casi addirittura, nemmeno il sito web di OpenAI risultava raggiungibile, complicando ulteriormente la situazione per chi cercava informazioni o tentava di accedere al proprio account.

In seguito l’azienda ha confermato i disservizi pubblicando sul sito ufficiale un breve messaggio che, in seguito, è diventato più dettagliato: “Alcuni utenti riscontrano tassi di errore e latenza elevati nei servizi elencati. Stiamo continuando a indagare sul problema“. Tra i servizi menzionati dall’azienda figurano ovviamente ChatGPT, ma anche Sora, la piattaforma di generazione viedo basata sull’intelligenza artificiale.

Verso l’ora di pranzo si era diffusa la speranza che la situazione potesse lentamente tornare alla normalità, tuttavia, le segnalazioni di disservizi sono continuate imperterrite e tutt’ora i servizi di OpenAI risultano offline. La società guidata da Sam Altman ha in seguito fornito un aggiornamento cruciale: “Abbiamo identificato la causa principale del problema che genera errori e latenza elevati nei servizi elencati. Stiamo lavorando per implementare una soluzione“.

La comunicazione della società, per quanto rassicurante, non chiarisce i tempi che porteranno a una risoluzione completa del problema, costringendo gli utenti impossibilitati all’utilizzo dei servizi già menzionati ad attendere.

Questo episodio solleva ancora una volta importanti questioni non solo sulla gestione delle infrastrutture che supportano l’intelligenza artificiale generativa, ma soprattutto sulla crescente dipendenza da essi; in un’era in cui l’IA è sempre più integrata nelle attività quotidiane e lavorative, un disservizio di questa portata può avere ripercussioni significative.

È quindi fondamentale che le aziende come OpenAI continuino a investire non solo nello sviluppo di modelli sempre più performanti, ma anche nella robustezza e nella stabilità delle proprie infrastrutture per garantire un servizio continuo e affidabile; gli utenti dal canto loro, dovrebbero cercare di non fare affidamento in maniera totale su questi servizi, così da evitare di ritrovarsi a piedi in situazioni come questa.